“L’idea della moda democratica in Italia dobbiamo togliercela dalla mente. Se un capo è fatto bene, perchè deve essere democratico? La qualità a prezzo basso non esiste, se il prezzo è basso è perchè dietro c’è qualcuno che non è stato pagato bene”.
Con queste parole Maria Grazia Chiuri (direttrice creativa Dior) affronta indirettamente il tema del fast fashion.
Produrre qualità a basso costo è impossibile, altrimenti significa che dietro c’è chi lavora il prodotto in condizioni disumane, sottopagato, oppure vorrà dire che si producono capi non rispettando condizioni di salvaguardia ambientale.
Oggi le catene fast fashion sono davvero tantissime e sempre più quello che vediamo in passerella dalle grandi maison, viene poi replicato a costi minimi rispetto ad essi.
D’altronde ancora non esiste una legge che oggi tuteli del tutto il plagio nell’ambito moda, risulta quindi davvero difficile mettere fine a questo circolo vizioso.
Piuttosto dovremmo essere noi consumatori a comprendere la reale differenza tra un capo di alta moda e la sua imitazione, non soltanto per il valore in sè del capo ma soprattutto per la lavorazione fatta alle spalle in condizioni di lavoro ottimali per i dipendenti e soprattutto per la salvaguardia dell’ambiente. Ricordando soprattutto che l’industria della moda (soprattutto quella a basso costo) ad oggi è la seconda causa di inquinamento al mondo, preceduta soltanto dall’industria petrolifera.
E voi, siete solit* comprare fast fashion, oppure ridurre gli acquisti ma puntare a capi di alta qualità?